Oggi si commemorano i 335 martiri delle Fosse Ardeatine.
335 cittadini trucidati dai nazisti per rappresaglia, per quella folle regola dei 10 italiani ogni tedesco ucciso [commettendo anche un tragico e macabro errore di conto, che porto all’uccisione di 5 persone in più].
Molti erano membri della Resistenza Romana, altri erano semplici cittadini presi per caso, molte persone di religione ebraica.
“L’ordine è già stato eseguito” recitava il trafiletto del giornale del giorno successivo.
Scarno e gelido come ogni comunicato di guerra.
In questa giornata il mio pensiero va a Orlando Orlandi Posti, 16 anni, preso tra i prigionieri di via Tasso, dove era già stato sottoposto a brutali torture e che mandava biglietti alla madre nascondendoli nella biancheria.
Oppure a Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, a don Pietro Pappagallo, sacerdote partigiano.
Oppure a tutti coloro che a 73 anni di distanza non sono stati ancora identificati. Anche al loro sacrificio dobbiamo la nostra libertà.
Per questo oggi l’assenza della Sindaca Virginia Raggi alle cerimonie di commemorazione è una ferita alla città e all’Italia.
La Sindaca rappresenta tutti i cittadini e, pur non avendola votata, la sua assenza oggi pesa anche su di me. Pesa che la massima autorità cittadina ritenga superfluo rendere omaggio alle persone che hanno pagato il prezzo più alto per la nostra libertà e la nostra democrazia.