Caro Capitano,
quanti gol sono passati da quel giorno di 24 anni fa (e lo scudetto e le coppe alle quali, a Roma, non siamo molto abituati, senza dimenticare la Coppa del Mondo!). Difficile decidere quale sia il più bello di questa avventura, quale sia l’emozione più grande che ci abbia unito.
Eppure, se pochi come te hanno avuto il tributo anche dei tifosi avversari, ci sarà qualcosa di più.
C’è il tuo amore per Roma, viscerale, e per la Roma, responsabile, che ha volte ti ha fatto rinunciare alle coppe, ai titoli e ai riconoscimenti che sarebbero potuti essere più facili in altri contesti.
Ma tu non sei solo il campione, fuori da scandali e polemiche inutili, sei l’esempio per un paio di generazioni di bambini e bambine che amano il calcio. E non solo.
Esempio di come spendere notorietà e consenso perché questo mondo sua più sensibile e attento a chi ne ha più bisogno.
Per questo, romani e non, romanisti e non, ti riconoscono come bandiera sportiva dell’impegno civico.
Per questo, certamente, oggi ognuno di noi può dirti grazie, al di là dei colori.