CARA TIZIA CHE FAI GITE A PREDAPPIO CON QUESTA MAGLIETTA
ti riporto una parte delle parole di Andra Bucci, deportata ad Auschwitz a 6 anni ed insieme alla sorella Tatiana di 4 anni, sono state CAVIE UMANE di quell’essere spregevole che fu Mengele.
So che forse è inutile, ma chissà. Forse capisci. Forse.
PERCHÉ AD AUSCHWITZ I BAMBINI PASSAVANO PER IL CAMINO, OPPURE VENIVANO SEVIZIATI E TORTURATI DA UNO PSEUDO MEDICO.
E NON C’ERA NULLA DI DIVERTENTE
“Ricordo quando il treno si fermò, mamma e nonna le misero a destra, noi dall’altra parte. Ricordo i filari di alberi, ci tatuarono. Io ho il numero 76483, da quel momento noi non avevamo più un nome. Io, mia sorella e nostro cugino finimmo nella baracca dei bambini. Sembra assurdo ma non mi ricordo di aver mai pianto, di aver cercato mamma, di essermi mai lavata o di essere mai andata in bagno. Facevo sempre la pipì nel mio giaciglio, la notte, io che a casa non la facevo più da tempo. E mi ricordo bene altre cose: un camino molto alto in lontananza che fumava sempre e qualche volta c’erano fiamme, un gran freddo, la neve, la terra bagnata e quando camminavo tenevo i piedi rattrappiti per non perdere le scarpe nel fango”